Stabat Mater...

Da diversi anni, nella sera del venerdì santo, Roma ospita il rito della passione di Cristo. La via crucis viene proposta in uno dei luoghi più suggestivi della città: l'Anfiteatro Flavio, più noto come Colosseo, all'interno del quale molti cristiani trovarono il martirio negli anni delle grandi persecuzioni.

Il rito della via crucis è presieduto dal Pontefice: seguito da migliaia di fedeli, è articolato in preghiere, letture, commenti, canti.

Lo Stabat Mater è la preghiera, o meglio, la sequenza musicale, tipica di questa occasione. Il testo, in latino, è attribuito a Jacopone da Todi (prima metà del 1200-1306), nobile e ricco avvocato che lasciò tutto per diventare, nel 1278, francescano.

Lo Stabat Mater medita le sofferenze di Maria che assiste al martirio del figlio sulla croce; invoca quindi la partecipazione al dolore e alle sofferenze della Vergine.

Il testo è articolato in strofe: il latino abbandona gli schemi della poesia classica per adottare la rima, ben più familiare già in epoca medievale.

Molti musicisti hanno composto degli Stabat Mater: tra questi ricordiamo Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525/26-1594), Antonio Vivaldi (1678-1741), Giovan Battista Pergolesi (1710-1736), Gioacchino Rossini (1792-1868), Giuseppe Verdi (1813-1901).

La terzina iniziale dello Stabat Mater:

Stabat Mater dolorosa
iuxta crucem lacrimosa
dum pendebat Filius.

Traduzione: La madre stava, addolorata, ai piedi della croce, dalla quale pendeva il figlio.

Leggiamo la settima terzina:

Pro peccatis suae gentis
vidit Jesum in tormentis
et flagellis subditum.

Traduzione: a causa dei peccati commessi dal suo popolo, (Maria) vide Gesù tra i tormenti, sottomesso alle torture.

Stabat Mater di Palestrina e la settima strofa declamata nel corso della Via Crucis al Colosseo